Lo sciopero dei tabaccai
Il 20 marzo 2007 è scoppiata la protesta degli esercenti l’attività di vendita di tabacchi. E’ andata infatti in scena una giornata di “sciopero delle ricariche di telefonica mobile” contro la prospettata diminuzione, da parte di tutti i gestori telefonici, degli aggi riconosciuti ai rivenditori per il servizio di ricarica, online e tramite tessera, dei cellulari. La sospensione delle ricariche, indetta dalla Federazione Italiana Tabaccai (FIT), dovrebbe essere la prima di una serie di giorni di contestazione, la cui programmazione dipenderà dal successo, in termini di percentuale di adesioni, che i promotori riscontreranno in occasione della prima manifestazione di protesta, avvenuta appunto per il 20 marzo. Dunque non il tradizionale abbassamento delle serrande, ma una forma di biasimo per molti versi più incisiva ed eclatante, finalizzata a rendere pubblico il crescente disagio nel quale si trovano a lavorare gli operatori del settore.
I tabaccai lamentano il forte peggioramento di una situazione già caratterizzata da margini di intermediazione notevolmente contenuti (si legge nelle rivendicazioni di categoria che su 10 euro di ricarica agli operatori vanno solo 25 centesimi, al lordo di imposte) e per di più gravata dal continuo pericolo di ulteriori riduzioni unilaterali delle commissioni di vendita da parte degli enti fornitori dei prodotti oggetto di aggio. Nello specifico si prevede la riduzione della commissione sulle ricariche per telefoni mobili di circa un punto e mezzo percentuale e tale taglio appare, fin troppo evidentemente, la “naturale” conseguenza dei mancati guadagni derivanti agli operatori telefonici dagli effetti della liberalizzazione sui costi di ricarica operata dal Ministro Bersani. L’eliminazione del costo di ricarica gravante sui consumatori sta infatti inducendo le grandi compagnie telefoniche a compensare, con incassi suppletivi, i minori introiti scaturenti dalle nuove disposizioni legislative e, in attesa degli inevitabili riverberi sui costi del traffico delle telefonate da cellulari, sembrerebbe che i primi ad incassare il colpo siano proprio i tabaccai, quali rivenditori di tessere e servizi online di ricarica, rei di svolgere quest’importante servizio a beneficio degli stessi gestori di connessione mobile.
In realtà il malessere che ha portato i tabaccai alla decisione di sospendere per un giorno la vendita delle ricariche per cellulari è molto più profondo e trova le sue radici nella generale crisi del settore. Si è difatti portati a credere che i tabaccai svolgano un’attività discretamente redditizia, perché molto frequentati dalle persone che giocano al lotto ed agli altri giochi in concessione, ma la verità è che solo il 40% circa delle rivendite di tabacchi ha la fortuna d’avere le preziose autorizzazioni per i giochi a pronostici. E’ vero che in questi casi gli aggi incassati dalle giocate superano, anche di molto, le entrate provenienti dalle restanti attività proprie dell’esercizio, tant’è che tali incassi, sommati a quelli per la vendita del tabacco, raggiungono spesso, in molte realtà, l’80% circa del reddito complessivo dell’impresa commerciale, ma a livello generale anche i tabaccai hanno avuto un vistoso e preoccupante calo delle vendite.
Invero i dati mostrano che anche gli esercizi di vendita tabacchi, come tutti i commercianti al minuto, risentono della spietata concorrenza della media e grande distribuzione, cioè di supermercati e grandi magazzini. Questi possono permettersi prezzi più bassi, perché hanno la possibilità di compensare il minor introito unitario, per singola merce, con la maggiore quantità venduta e così facendo mettono frequentemente in seria difficoltà il piccolo dettagliante.
Inoltre, un problema finora sottovalutato è quello della sicurezza. La categoria dei tabaccai è stata negli ultimi anni quella maggiormente presa di mira dai rapinatori. Infatti, mentre orafi e gioiellieri hanno sempre un qualche sistema antiaggressione, i venditori di tabacchi ne sono generalmente sprovvisti e se a ciò si aggiunge che la loro attività comporta inevitabilmente un grande afflusso di denaro contante, perché chi gioca o compra tabacchi non paga certo con il bancomat, si comprende il motivo per cui le tabaccherie sono oggi le più colpite da eventi criminosi.
Sono fondamentalmente questi i motivi che spingono gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio di tabacchi a protestare contro quello che esse considerano l’ultimo atto di una guerra che mette in discussione l’identità stessa delle tradizionali tabaccherie.
Una possibile via di uscita dallo stallo che contraddistingue la categoria potrebbe essere quella della specializzazione nella vendita di particolari articoli (libri, prodotti augurali, articoli da regalo, etc…), mentre, per quanto riguarda le attività tipiche delle tabaccherie, la federazione di settore ha decisamente intrapreso una politica collettiva diretta all’ampliamento della multifunzionalità dei servizi.
In altre parole, considerando ad esempio i giochi a pronostici, che costituiscono ormai l’aspetto più caratterizzante dei tabaccai, chi chiede ed ottiene la concessione del lotto, adesso ha anche la possibilità di erogare molti altri servizi, particolarmente utili alla clientela e sempre più numerosi. Il riferimento è al pagamento telematico, tramite reti online appositamente strutturate, dei contributi unificati, delle contravvenzioni, del digitale terrestre e satellitare, del bollo auto, fino ad arrivare, da poco tempo, al pagamento di alcuni bollettini postali, fra i quali quelli relativi alle utenze telefoniche e dell’energia elettrica.
Sotto questo aspetto c’è pure da rilevare come la federazione dei tabaccai stia cercando, nell’ambito di un ambizioso progetto da poco avviato, di affrancarsi dalle piattaforme telematiche di terzi (come quella gestita dalla “LIS”), per tentare di fornire ai propri clienti tutti i servizi telematici, attuali e futuri, attraverso un’autonoma rete telematica, di proprietà comune, in modo da gestire direttamente le condizioni e le modalità d’offerta dei prodotti.
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