(rivista “Bancainforma” – dicembre 2005)
In qualità di Presidente del Comitato Nazionale Italiano per il 2005 anno internazionale del microcredito, come definisce il bilancio dell’iniziativa? Avrà un seguito?
Il bilancio dell’anno del microcredito non può che essere positivo. Le numerose iniziative intraprese nel corso di questo 2005 hanno dato ottimi risultati e sono state volte al raggiungimento di tutti gli obbiettivi che l’assemblea dell’ONU aveva indicato. Tale assemblea aveva indicato il 2005 anno internazionale del microcredito. Per gli anni successivi saranno individuate tematiche differenti. E’ chiaro che l’enorme lavoro svolto in questi dodici mesi avrà comunque un seguito.
Quali sono gli aspetti caratteristici ed i vantaggi del microcredito rispetto alle tradizionali forme di finanziamento?
Il microcredito ha un ruolo determinante nell’eliminazione della povertà e dello sviluppo sociale. Tutti coloro che sono impegnati nella lotta alla povertà debbono rafforzare e potenziare le esistenti istituzioni di microcredito al fine di offrire ad un sempre maggiore numero di persone la possibilità di accedere al credito ed ai servizi finanziari per permettere loro di esercitare un’attività indipendente e remunerativa I vantaggi del sistema della microfinanza permettono di alleviare la povertà e di creare posti di lavoro, consentendo a singoli individui, famiglie e gruppi di persone, di accedere ai servizi sociali di base.
Quale struttura ha predisposto l’Italia per assolvere i compiti internazionali che, in quest’ambito, le sono stati affidati e quale contributo ha fornito rispetto agli altri Paesi cosiddetti “ ricchi?
L’Italia ha predisposto un Comitato Nazionale che deve impostare il lavoro per assolvere i compiti internazionali nell’ambito del microcredito. Il Comitato Nazionale innanzitutto evidenzia il ruolo che il microcredito e la microfinanza potranno svolgere nel perseguire e raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio. Il Comitato si è dotato di strumenti idonei a far si che l’opinione pubblica sia costantemente informata sulle attività in materia di microfinanza. Importante, inoltre, è stato definire le misure che il nostro governo ha intrapreso per avvicinare le nostre istituzioni alle cause e alle esigenze della povertà, in modo che la microfinanza possa diventare parte integrante del sistema finanziario italiano. Il Comitato ha proposto partenariati strategici tra il governo italiano, gli organismi dell’ONU, il settore pubblico e quello privato, la società civile e le ONG, sostenendo e promovendo le attività delle istituzioni di microcredito esistenti al fine di favorire un loro potenziamento strutturale nella valutazione del target di riferimento e dei servizi preposti . Per rendere operativi tutte queste iniziative, in fase di costituzione, i membri del Comitato Nazionale hanno deciso di creare due gruppi di lavoro per programmare al meglio le iniziative del Comitato Nazionale : Il Gruppo di Lavoro per la Promozione del Microcredito (Gruppo Riflessioni) ed il Gruppo di Lavoro per il Microcredito e Settore Privato (Gruppo Iniziative).
I paesi poveri hanno effettivamente beneficiato del microcredito e quale scenario si prospetta per essi e per le loro reali possibilità di accedere a questa nuova forma di finanziamento?
Grazie alle forme di finanziamento permesse e concepite attraverso il microcredito i paesi poveri o economicamente svantaggiati hanno la possibilità di accedere ad una serie di finanziamenti fondamentali per la loro crescita economica. E’ il caso di numerosi paesi del continente africano o dell’america latina che sono stati investi dai crolli finanziari a livello statale. Con l’accesso a questi fondi, i paesi poveri hanno avuto la possibilità di creare anche nuovi posti di lavoro, consentendo a numerose famiglie ed a tantissimi cittadini di accedere ai servizi di base.
Esiste una strategia di comunicazione pubblica per veicolare attraverso i media la conoscenza e la promozione di questa nuova possibilità creditizia?
È uno dei punti base della strategia italiana della gestione dell’anno del microcredito, Il Consiglio nazionale ha previsto la delineazione di una strategia di comunicazione attraverso i principali mass media affinché l’opinione pubblica ed i cittadini siano costantemente informati delle iniziative intraprese dal Comitato. A supporto di ciò è bene ricordare la creazione di un sito internet nel quale è possibile reperire ogni tipo d’informazione e di chiarimento sul microcredito. Infine sono previsti molti incontri, convegni, workshop e conferenze su tutto il territorio nazionale, nelle sedi di università e delle principali associazioni internazionali.
Ha senso parlare di microcredito anche nell’ UE, a favore di famiglie cosiddette di “nuovi poveri”, con un reddito al limite della sopravvivenza?
È un discorso piuttosto complesso che in questo particolare momento risulta assai difficile affrontare. Certo è che il sistema del microcredito è stato approntato e pensato per venire incontro alle esigenze delle fasce di popolazione mondiale svantaggiate. Rapportare ciò alla Unione europea ed al fenomeno dei nuovi poveri è sicuramente un argomento che merita attenzione da parte dell’ONU ed un trattamento particolare.
Che ruolo potranno avere le Banche di Credito Cooperativo nei processi di erogazione del microcredito?
Anche e soprattutto gli istituti di Credito Cooperativo potranno giocare un ruolo fondamentale nell’attuazione di programmi di microfinanza. In tal senso sono già state sollecitate dal Ministero per gli affari esteri e dal Comitato una serie di iniziative. Non è un caso che il Credito Cooperativo sia membro effettivo di tale comitato: il sistema dei prestiti, nell’ottica della microfinanza, risulta vitale.
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